Libéralisme, doxa, crises et consentement de masse

DR Alain Verdi - Blog Pericoloso sporgersi

Confiné, chez lui, à Ajaccio en Corse du sud, le journaliste Alain Verdi livre quasiment au quotidien photographies, rencontres et réflexions sur la situation présente.

Le 29 avril dernier, par exemple, il s’interrogeait sur les libertés et les tentations de les limiter.

À découvrir sur son blog Pericoloso  sporgersi

Plus récemment, le 6 mai, Alain Verdi soulignait les « mots sensés face à l’insensé » de Jérôme Ferrari exprimés par l’écrivain dans un remarquable entretien réalisé par Ellen Salvi pour la série Le monde d’après de Mediapart.

Cet entretien de Jérôme Ferrari, à lire ici, est intitulé :«Le pire n’est peut-être pas toujours certain, mais il est toujours possible».


Front line par Enrico Porsia, #streetreporter

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D’Italie ou d’en France, de Paris, Gênes ou Bastia, d’où qu’il se trouve, y compris quand le « contenimento  s’impose, le journaliste Enrico Porsia  est un « street reporter » qui ne cesse jamais de porter sur le réel le regard du « concerned photographer ».

Durant le confinement, Enrico Porsia nous livre, dans sa langue, sa façon d’écouter-voir notre temps présent.

Merci Enrico.


Tutto il personale medico é impegnato a fare fronte alla pandemia.

Spesso senza mezzi, senza neppure mascherine per proteggersi, lavorano in delle strutture sanitarie inadeguate, smantellate in nome del cinismo criminale ultraliberale, capitalista.

Tutto il nostro rispetto e tutta la nostra stima per tutti coloro che stanno rischiando la vita facendo fronte alla pandemia. Rischiano la vita, innanzitutto, perché i differenti governi , quello francese in testa, hanno fatto una scelta, fredda, crudele: ormai non si può’ fare altro che chiedere alla popolazione di ammalarsi. E di sperare in qualche santo, in qualche madonna, in qualche sogno, o in qualche incubo. Ma, oltre il personale medico, esistono altre categorie della popolazione che sono mandate al macello.

La vita dei più’ poveri  non vale gran che per i filosofi del profitto e della feroce indifferenza. Il povero è già colpevole e se si ammala è, non solo colpa sua, bensì’ un costo, una spesa… un fastidio. In questi giorni osservo con grande ammirazione le cassiere di supermercati.

Come i medici, vivono anche loro avvertendo il pericolo invisibile passare, per forza e in continuazione, a qualche centimetro da loro. lo toccano ogni volta che ci danno il resto, lo respirano in ogni starnuto, in ogni parola pronunciata ad alta voce, una sfilata continua e senza sosta. Una « roulette » russa quotidiana. E per un salario da fame.

Quando sono partito da Genova, le osservavo al Carrefour. del mio quartiere Sorridenti, garbate, un sorriso senza mascherina. Poi, sono arrivati i soli guanti. Il loro sorriso era sempre in evidenza.

Qui, a Bastia, é unicamente da 3 giorni che dispongono delle mascherine, ma, anche con la mascherina, in un posto chiuso, quanto si regge a contatto immediato del virus? Un quarto d’ora? Venti minuti ? Poi la mascherina va cambiata, imperativo. Un imperativo che è evidentemente omesso e trascurato.

A tutte e tutti loro va oggi il mio massimo rispetto. Teniamo le distanze, ma sorridiamo loro, salutiamole e ringraziamole sempre.

Non dimentichiamolo. Mai.

NDLR: Cette chronique ( texte et photo) d’Enrico Porsia a été publiée le 19 mars 2020 sur l’espace Instagram de l’auteur. Ce réseau social livre la traduction française des textes.