A Rome, le 8 juin dernier, divers services de police équivalents aux Renseignements Généraux, ont perquisitionné huit heures durant le domicile du journaliste et chercheur en histoire Paolo Persichetti, auteur de nombreux livres et articles importants sur les mobilisations politiques qui ont secoué l’Italie après 1968.
Officiellement - souligne Politis- les policiers recherchaient des documents « confidentiels ». En fait, la police a surtout saisi toutes les archives de l’historien, patiemment dépouillées depuis des années. Elles provenaient de divers fonds d’archives d’État, pour lequel il avait demandé et reçu toutes les autorisations officielles.
Après la saisie de ses archives historiques et de la totalité de ses outils de travail, Paolo Persichetti a publié dans le blog de la revue Insorgenze le 30 juin dernier sa version et son analyse de cette accablante réalité digne d’Orwell.
In Italia esiste un organismo di Polizia che si occupa di storia. Proprio così, si intromette nell’attività di ricerca, sorveglia il lavoro dello storico, ascolta le sue conversazioni con le fonti, intercetta le caselle di posta elettronica, sequestra archivi. Come in una sorta di scenario orwelliano si erge a ministero della verità e con il suo occhio minaccioso amministra il passato, decide chi può scrivere, recinta gli argomenti, filtra i contenuti e sopratutto gli autori. Decide insomma come e chi può scrivere la storia. Questo nuovo organismo si chiama Polizia di Prevenzione, ex Ucigos, una struttura che nasce dalle ceneri della dissolta e famigerata Uar. Di sicuro non lo sapevate, a dire il vero nemmeno io ne ero al corrente fino a quando non ho letto l’informativa della Polizia di prevenzione del 21 dicembre 2020 (N.224/B1/Sez.2/18803/2020, procedimento penale nr. 93188/20). Un rapporto che fa seguito ad una lunga serie di indagini originate nel gennaio 2019 e da cui è scaturita una ulteriore ed intensa attività investigativa che ha radiografato l’esistenza della mia intera famiglia dalla fine del 2015 ad oggi, e ancora domani e dopodomani, poiché l’attività investigativa e “tecnica” è tuttora in essere. Un attacco frontale al mio lavoro di ricerca che ha portato, l’8 giugno scorso, a una lunga perquisizione nella mia abitazione e al sequestro del mio intero archivio digitale, dei miei strumenti di lavoro e di comunicazione, della documentazione amministrativa e medica di mio figlio disabile. Non è stato portato via solo il materiale d’archivio raccolto e prodotto negli ultimi 15 anni, ma la storia della mia famiglia, di mia moglie e dei miei figli, il nostro passato, la nostra intimità.
L’intégralité de l’article de Paolo Persichetti, intitulé « La polizia della storia » est à lire sur le site de la revue Insorgenze.
La traduction en langue française de cet article est disponible depuis le 13 juin dernier sur un blog du Club Médiapart ICI .
Comprendre ce qui se trame, en Italie, derrière de telles attaques frontales contre les historiens des temps présents, s’impose quand, en France, pas plus tard que le 30 juin dernier, le Sénat, contre l’avis de cinq groupes parlementaires, a adopté un article modifiant le régime d’accès aux archives secret-défense dans le cadre de l’examen de la loi relatif à la prévention des actes de terrorisme et au renseignement.
Un choix qu’un collectif d’historiens et d’archivistes dénonce comme « une entrave à la liberté des chercheurs de documenter le passé de la France et d’exercer leur activité ».