Front line par Enrico Porsia, #streetreporter
24 mars 2020
D’Italie ou d’en France, de Paris, Gênes ou Bastia, d’où qu’il se trouve, y compris quand le « contenimento s’impose, le journaliste Enrico Porsia est un « street reporter » qui ne cesse jamais de porter sur le réel le regard du « concerned photographer ».
Durant le confinement, Enrico Porsia nous livre, dans sa langue, sa façon d’écouter-voir notre temps présent.
Merci Enrico.
Tutto il personale medico é impegnato a fare fronte alla pandemia.
Spesso senza mezzi, senza neppure mascherine per proteggersi, lavorano in delle strutture sanitarie inadeguate, smantellate in nome del cinismo criminale ultraliberale, capitalista.
Tutto il nostro rispetto e tutta la nostra stima per tutti coloro che stanno rischiando la vita facendo fronte alla pandemia. Rischiano la vita, innanzitutto, perché i differenti governi , quello francese in testa, hanno fatto una scelta, fredda, crudele: ormai non si può’ fare altro che chiedere alla popolazione di ammalarsi. E di sperare in qualche santo, in qualche madonna, in qualche sogno, o in qualche incubo. Ma, oltre il personale medico, esistono altre categorie della popolazione che sono mandate al macello.
La vita dei più’ poveri non vale gran che per i filosofi del profitto e della feroce indifferenza. Il povero è già colpevole e se si ammala è, non solo colpa sua, bensì’ un costo, una spesa… un fastidio. In questi giorni osservo con grande ammirazione le cassiere di supermercati.
Come i medici, vivono anche loro avvertendo il pericolo invisibile passare, per forza e in continuazione, a qualche centimetro da loro. lo toccano ogni volta che ci danno il resto, lo respirano in ogni starnuto, in ogni parola pronunciata ad alta voce, una sfilata continua e senza sosta. Una « roulette » russa quotidiana. E per un salario da fame.
Quando sono partito da Genova, le osservavo al Carrefour. del mio quartiere Sorridenti, garbate, un sorriso senza mascherina. Poi, sono arrivati i soli guanti. Il loro sorriso era sempre in evidenza.
Qui, a Bastia, é unicamente da 3 giorni che dispongono delle mascherine, ma, anche con la mascherina, in un posto chiuso, quanto si regge a contatto immediato del virus? Un quarto d’ora? Venti minuti ? Poi la mascherina va cambiata, imperativo. Un imperativo che è evidentemente omesso e trascurato.
A tutte e tutti loro va oggi il mio massimo rispetto. Teniamo le distanze, ma sorridiamo loro, salutiamole e ringraziamole sempre.
Non dimentichiamolo. Mai.
NDLR: Cette chronique ( texte et photo) d’Enrico Porsia a été publiée le 19 mars 2020 sur l’espace Instagram de l’auteur. Ce réseau social livre la traduction française des textes.
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